La lotteria nazionale degli scontrini, per combattere l’evasione fiscale

Il vice-ministro dell’Economia e Finanze Luigi Casero ha annunciato, con una intervista al Corriere della Sera, una novità che si insinuerà nel panorama fiscale, dei consumi e (anche presumibilmente) comportamentale degli italiani: la lotteria degli scontrini.

Da Il Corriere della Sera:

«Contro l’evasione una lotteria sugli scontrini. Premi pure a i negozianti»

Quando partirà la lotteria?
«L’obiettivo è avviare una sperimentazione nel 2017 per andare a regime l’anno successivo. L’estrazione dovrebbe essere fatta una volta al mese».

Della lotteria con gli scontrini si era già parlato in passato ma non se ne è fatto nulla. Perché stavolta dovrebbe andare diversamente?
«Perché prima si ragionava sul vecchio scontrino di carta: le persone avrebbero dovuto conservare tutti quei foglietti a casa. Troppo complicato. Presto avremo lo scontrino elettronico e sarà più semplice»

Perché, cosa cambierà?
«Funzionerà un po’ come adesso in farmacia: quando compri qualcosa dai il tuo codice fiscale alla cassa e lo scontrino viene comunicato direttamente all’Agenzia delle Entrate. Non dovremo conservare più nulla. Ogni contribuente avrà accesso a un file dove saranno registrati gli acquisti e i relativi codici per partecipare alla lotteria».

E cosa ci sarà in palio? Auto di lusso, come in Portogallo dove la lotteria c’è già?
«Vedremo se sarà una somma in denaro o un oggetto. In ogni caso il premio sarà consistente, altrimenti il meccanismo non funziona».

I commercianti non saranno contenti. Per loro è una seccatura in più.
«Non credo. Dovranno solo passare un lettore ottico sul codice fiscale, come già fanno i farmacisti. E anche per loro ci sarà un incentivo. Se a far vincere la lotteria è un acquisto fatto nel suo negozio, anche il negoziante avrà un premio».

Avranno la coda di chi compra solo piccole cose, in modo da avere più scontrini.
«No, si avrà un codice non per ogni acquisto ma per ogni tot di euro spesi. Non abbiamo ancora deciso quanto».

Scusi viceministro, ma così non si banalizza il rispetto delle regole?
«Capisco l’obiezione ma la respingo sul piano pragmatico. Il fine dell’operazione è combattere l’evasione fiscale in modo da poter abbassare le tasse per chi oggi le paga già. Questo è quello che conta».

Ma, per combattere l’evasione, più che sugli scontrini non si dovrebbe guardare alle fatture e alle ricevute, che hanno importi più alti?
«Anche qui ci sarà una novità. Alla fine di ogni anno, sempre per estrazione, saranno decisi i settori di spesa per i quali sarà possibile detrarre dalle tasse le relative spese».

Cioè solo a fine anno saprò se posso detrarre le spese mediche o il mutuo?
«No, per carità. Quelle sono agevolazioni che ci sono e che resteranno. Si deciderà di consentire la detrazione per spese che oggi non sono detraibili. Quelle per l’idraulico, dico per dire, oppure per l’avvocato».

Non è troppo complicato?
«No, perché anche per le fatture e le ricevute tutto diventerà elettronico, con una comunicazione diretta all’Agenzia delle Entrate. E così i cittadini saranno incentivati a chiedere tutte le fatture e le ricevute, perché solo alla fine di ogni anno sapranno quali potranno detrarre davvero».

Non ci saranno più gli studi di settore, usati per capire se i lavoratori autonomi dichiarano troppo poco. Non è una mossa elettorale in vista del referendum?
«Non c’entra nulla. Gli studi di settore spariranno e non potranno essere più usati per far partire un accertamento fiscale. Ma saranno sostituiti dagli indici di fedeltà fiscale».

E qual è la differenza?
«Professionisti e autonomi manderanno le loro fatture Iva elettroniche all’Agenzia delle Entrate. Chi avrà un reddito compatibile con questi indici non potrà più subire controlli nel corso di quell’anno».

Il testo della disposizione

Abbiamo ora a disposizione il testo contenuto nel “Disegno di legge di Bilancio 2017”:

Art. 72

(Misure antielusive e di contrasto all’evasione)

Omissis…

  • All’articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 21 dicembre 1996, n. 696, dopo il comma 3 è aggiunto il seguente: “3-bis. Lo scontrino fiscale e la ricevuta fiscale contengono l’indicazione del numero di codice fiscale del cessionario o committente, se richiesto dal cliente non oltre il momento di effettuazione dell’operazione.”.
  • In attuazione di quanto disposto dal comma 3, con successivo provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate sono adeguati i decreti che disciplinano il contenuto dello scontrino fiscale e della ricevuta fiscale.
  • La disposizione di cui al comma 3 si applica alle operazioni effettuate a partire dal 1° gennaio 2018.
  • A decorrere dal 1° gennaio 2018 i contribuenti, persone fisiche residenti nel territorio dello Stato che effettuano acquisti di beni o servizi, fuori dall’esercizio di attività d’impresa, arte o professione, presso esercenti che hanno optato per la trasmissione telematica dei corrispettivi ai sensi dell’articolo 2, comma 1, del decreto legislativo 5 agosto 2015, n. 127, possono partecipare all’estrazione a sorte di premi attribuiti nel quadro di una lotteria nazionale. Per partecipare all’estrazione è necessario che i contribuenti, al momento dell’acquisto, comunichino il proprio codice fiscale all’esercente e che quest’ultimo trasmetta all’Agenzia delle entrate i dati della singola cessione o prestazione secondo le modalità di cui ai commi 3 e 4 dell’articolo 2 del decreto legislativo 5 agosto 2015, n. 127.
  • La partecipazione all’estrazione a sorte di cui al comma 6 è consentita anche con riferimento a tutti gli acquisti di beni o servizi, effettuati fuori dall’esercizio di attività d’impresa, arte o professione, documentati con fattura, a condizione che i dati di quest’ultima siano trasmessi telematicamente all’Agenzia delle entrate ai sensi dell’articolo 21 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, ovvero ai sensi dell’articolo 1, comma 3, del decreto legislativo 5 agosto 2015, n. 127.
  • Con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, è emanato, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, apposito regolamento disciplinante le modalità tecniche relative alle operazioni di estrazione, l’entità e il numero dei premi messi a disposizione, nonché ogni altra disposizione necessaria per l’attuazione della lotteria.

(Lotteria scontrini)

Nella pratica:

i privati consumatori, dal 1/1/2018, per partecipare alla lotteria nazionale degli scontrini, potranno chiedere ai negozianti -facendosi profilare- di essere censiti col proprio codice fiscale affinchè lo stesso sia stampato sullo scontrino che dovrà essere in formato elettronico. Tale facoltà potrà essere espressa solo verso le strutture che abbiano optato alla trasmissione telematica dei corrispettivi all’atto della chiusura giornaliera mediante registratori di cassa telematici appositamente abilitati. Al momento solo i grandi supermercati (i medi o piccoli ancora non ne sono quasi nessuno dotati, così come gli altri commercianti o lavoratori autonomi) hanno queste dotazioni e il relativo collegamento informatico con l’Agenzia delle entrate.

Analoga possibilità di partecipare alla lotteria è consentita al privato consumatore che riceva una fattura quale documento fiscale, a condizione -però- che chi la rilascia la trasmetta telematicamente all’Agenzia delle entrate. Quindi una lotteria che parte esclusivamente elettronica si amplia ai documenti cartacei che però dovranno essere resi elettronici dal commerciante o lavoratore autonomo ed inviati telematicamente da questi ultimi.

Entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge sarà emanato apposito regolamento disciplinante le modalità tecniche relative alle operazioni di estrazione, l’entità e il numero dei premi messi a disposizione, nonché ogni altra disposizione necessaria per l’attuazione della lotteria.

Qualche connessione con quanto affermato nell’intervista

«Perché prima si ragionava sul vecchio scontrino di carta: le persone avrebbero dovuto conservare tutti quei foglietti a casa. Troppo complicato. Presto avremo lo scontrino elettronico e sarà più semplice»

Il sistema sarà addossato a commercianti e lavoratori autonomi, non prevedendo alcun regime di fornitura del sofware (diversamente dall’estero) né di credito d’imposta.

«L’obiettivo è avviare una sperimentazione nel 2017 per andare a regime l’anno successivo. L’estrazione dovrebbe essere fatta una volta al mese».

La norma di (futura) legge prevede l’entrata in vigore nel 2018: com’è possibile una sperimentazione in un tempo antecedente senza una copertura legislativa?

«… Alla fine di ogni anno, sempre per estrazione, saranno decisi i settori di spesa per i quali sarà possibile detrarre dalle tasse le relative spese». … «… Si deciderà di consentire la detrazione per spese che oggi non sono detraibili. Quelle per l’idraulico, dico per dire, oppure per l’avvocato».

A parte gli aspetti sia etici che di certezza delle norme (sapere quali -ulteriori- deduzioni sono possibili), le deduzioni fiscali sono trattate dalla legge (DPR 917/1986, anche denominato Testo Unico per le Imposte sui redditi): il testo del provvedimento legislativo non ne parla ed un Regolamento non può disporre di materie disciplinate in una fonte di diritto superiore che non ne delega trattamenti diversi.

«Funzionerà un po’ come adesso in farmacia: quando compri qualcosa dai il tuo codice fiscale alla cassa e lo scontrino viene comunicato direttamente all’Agenzia delle Entrate. Non dovremo conservare più nulla. Ogni contribuente avrà accesso a un file dove saranno registrati gli acquisti e i relativi codici per partecipare alla lotteria».

Spettro privacy per i file dei consumi di ogni contribuente.

I commercianti «… Dovranno solo passare un lettore ottico sul codice fiscale, come già fanno i farmacisti. E anche per loro ci sarà un incentivo. Se a far vincere la lotteria è un acquisto fatto nel suo negozio, anche il negoziante avrà un premio».

Coloro che realizzano la lotteria saranno compartecipi dei premi.

Le origini

Qualche autore si è affrettato ad affermare che il provvedimento ricalca quello attuato, a fini antievasivi, in altri Paesi quali Portogallo, Grecia, Albania, Malta e Cina. Vero, ma è stato omesso di segnalare anche quello dello Stato di San Paolo (Brasile), opinabile anch’esso, ove l’imposta sui consumi (la ICMS, simile all’iva, nelle misure dal 5 al 20%) viene ristornata al compratore nella misura del suo 30% ed accreditata allo stesso e/o a chi costui indicherà, col rischio di veder attuate delle estorsioni dello “sconto iva”, e ciò in barba alla contrapposizione di interessi (che si attua, per esempio, con la richiesta della ricevuta delle spese sanitarie per poterle poi portare in deduzione dal proprio reddito).

I presupposti del provvedimento

All’ennesimo provvedimento nazionale di contrasto dell’ “evasione fiscale” (quella derivante dai consumi) sono attribuite due finalità:

– ridurre il divario del gettito Iva tra quello atteso e quella effettivo ed a vantaggio anche delle casse europee, considerato che l’iva è imposta comunitaria;

– acquisire e valutare maggiori informazioni con riguardo alle spese effettuate dai consumatori.

Qualche considerazione

Pur con tutto il rispetto relativamente a storia, cultura e certezza, l’Italia che fu la patria del diritto meriterebbe altri sistemi per fare emergere il “nero”, che -per quanto si dica pur non volendolo legittimare- è poco difforme dalla media europea. Magari con l’esempio di chi i denari pubblici li spende.

E sarebbe anche forse il caso di auspicare che fossero ulteriori Paesi d’Europa ad attuare tale incentivazione spintanea (dal basso) alla emissione dei documenti di certificazione fiscale dei corrispettivi (scontrini fiscali, ricevute fiscali e fatture).

Oppure il solito refrain del colpire l’evasione fiscale, “pagare tutti per pagare meno”, per contribuire alle spese dello stato.

Occorrerebbe invero chiedersi, aldilà del civico ed educativo aspetto della ricerca di contribuire alle spese dello stato (sia versando l’imposta sui consumi, anche denominata “i.v.a.” da parte del privato consumatore, sia versando le imposte sui redditi conseguiti, da parte dell’imprenditore o lavoratore autonomo) se lo strumento non induca, ulteriormente, fasce della popolazione al desiderio del guadagno “facile” per mezzo del gioco. Ovvero, quali (ulteriori) effetti potrebbe stimolare tale indirizzo, perlopiù in certi tipi di soggetti, di particolare personalità o condizione economica o culturale? Si chiama “ludopatia”, ma rende meglio l’idea in “dipendenza da gioco”.

Se la Comunità di San Patrignano ha appositamente istituito una struttura di cura oppure sussistono sul territorio nazionale ben 324 centri di recupero certificati, significa che il problema è esistente e ben già consolidato.

E gli aspetti di privacy? Se le case degli italiani sono bombardate ad ogni ora da call center situati in ogni dove occorre imputarlo al fatto che, oltre alla fallimentare impostazione delle tutele previste col Registro delle opposizioni, le persone, gratuitamente o per un modesto regalo o sconticino, concedono la loro profilazione, che -talvolta successivamente venduta- costituisce una un’area di business accessorio per i profilanti.

Ciò nel caso in cui al residente fiscale in Italia (ovvero non solo gli italiani, ma tutti coloro -illegali compresi- che risiedono per più di 183 all’anno in Italia e qui hanno il proprio centro di interessi) non abbia il timore (oppure “non abbia nulla da nascondere”) di arricchire ulteriormente le gigantesche banche dati dello Stato ed a disposizione dei suoi organi.


La cerillera (cuando se muere en el espíritu)

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