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Considerazioni preliminari

L’uso del denaro contante non è solo uno strumento di pagamento, di scambio, di circolazione della ricchezza, ma anche uno strumento di riservatezza nella conduzione del proprio (anche personale) operare.

Al netto dei conflitti di interesse di chi propugna la sua utilizzazione, od addirittura la sua eliminazione (comparto commissionale e/o vendita di dati?), il denaro contante è strumento non costoso per il sistema economico ed è la stessa Banca Centrale Europea, attraverso un post di poco tempo fa a firma del membro del suo Comitato esecutivo Fabio Panetta (post pubblicato QUI e riportato in seguito), che ne evidenzia la fondamentale importanza1“Fin dai tempi dell’antica Grecia il termine moneta è stato sinonimo di contante: dapprima le monete e poi le banconote hanno infatti rappresentato mezzi di pagamento efficienti e ampiamente accettati nella vita di tutti i giorni.”, funzione2Il contante e gli strumenti digitali rappresentano sistemi di pagamento tra loro complementari: la possibilità di utilizzare entrambe queste modalità garantisce ai consumatori di tutte fasce economiche e sociali un’abbondante scelta e un ampio accesso a mezzi di pagamento facili da utilizzare, assicurando un grado elevato di inclusione e di affidabilità nel campo dei pagamenti.



Anche se concepiti per garantire la massima affidabilità, i pagamenti digitali sono inevitabilmente espositi a rischi di blackout, di attacchi cibernetici e di malfunzionamenti tecnici. L’utilizzo del contante non risente invece di questi rischi. Esso conferisce pertanto resilienza al sistema dei pagamenti: per sua natura, rappresenta infatti uno strumento utilizzabile in condizioni estreme, oltre che una sicura riserva di valore: la nostra indagine SPACE sui pagamenti indica che il 34% dei cittadini dell’area dell’euro detiene contante a fini precauzionali.



Il contante è inoltre utilizzabile da chiunque; al contrario gli strumenti di pagamento digitali potrebbero escludere dal circuito economico i consumatori che non vogliono utilizzarli, ad esempio per ragioni di privacy, o che non sono grado di farlo.

… il contante è usato con regolarità da cittadini di ogni età, livello di istruzione e fascia di reddito. Esso è quindi essenziale per l’inclusione finanziaria delle fasce di cittadini più vulnerabili – ad esempio, quelle prive di un conto bancario o di competenze digitali. Queste indicazioni sottolineano l’importanza di garantire il regolare funzionamento del “ciclo del contante”, assicurando sia un ampio accesso alle banconote sia una ampia accettazione dei pagamenti in contanti nei punti di vendita. L’Eurosistema è pienamente impegnato su questi due fronti”.
, convenienza3“L’euro digitale affiancherebbe il contante, senza sostituirlo: insieme, questi due strumenti garantirebbero un’adeguata disponibilità di strumenti di pagamento di facile utilizzo ed esenti da costi.”, ed ove fra l’altro vi si afferma che le banconote e monete non verrebbero eliminate neppure con l’emissione dell’euro digitale, attualmente allo studio.

Del resto, per via del paradigma di sovranità nel battere moneta legale (moneta “fiat”) non sarebbe neppure possibile, oltre che opportuno, eliminare il denaro contante e la sua criminalizzazione è effettuata da coloro che inconfessabilmente portano dei conflitti di interesse o non sono adeguatamente informati, compreso quello di attribuire prevalentemente all’uso del contante l’ammanco del gettito fiscale per via dell’evasione che questa modalità consentirebbe.

Premessa

La legge di Bilancio del 2023 (Legge 29/12/2022 n. 197, il cui testo è scaricabile dal sito dello studio a questo link: https://www.righettiassociati.it/wp-content/uploads/2022/12/Legge-di-Bilancio-2023-L-29-12-2022-N-197.pdf), tra i suoi 21 articoli di totali 1.017 commi, tratta -con novità e conferme- la regolamentazione di alcuni strumenti di pagamento.

Denaro contante: elevazione a 4.999,99 euro del tetto di libero utilizzo

Dopo un grande dibattito con ingerenze anche a livello di Commissione europea4entrata a gamba tesa sull’eccessività del tetto al contante a Se il . euro, laddove numerosi paesi (Germania in primis) non hanno alcun tetto, dal primo gennaio 2023 è stata elevata a 5.000 euro la soglia da cui scattano sanzioni se i pagamenti tra persone fisiche e/o persone giuridiche (società, enti, ecc.) vengono effettuati con denaro contante.

Al comma 3-bis dell’art. 49 del D.Lgs. n. 231/2007 è stato inserito:

“A decorrere dal 1° gennaio 2023, il predetto divieto di cui al comma 1 è riferito alla cifra di 5.000 euro.”5Se il legislatore non fosse intervenuto, il limite sarebbe sceso da 2.000 a 1.000 euro.

Sarà così possibile, dall’inizio del nuovo anno, effettuare trasferimenti di denaro contante fino a 4.999,99 euro senza incorrere in sanzioni.

I soggetti (debitore e creditore) coinvolti in operazioni di pagamento o comunque di trasferimento di denaro contante ultrasoglia rischiano la sanzione minima di mille euro e massima di 50 mila euro.

Anche se la norma afferma che sono “vietati” i pagamenti ultrasoglia con denaro contante6e di titoli al portatore in euro o in valuta estera, effettuato a qualsiasi titolo tra soggetti diversi, siano esse persone fisiche o giuridiche, occorre ricordare che -aldilà delle conseguenze sanzionatorie prodotte dalla normativa antiriciclaggio-, ai fini del codice civile -regolatore dei rapporti tra le persone e lo stato-  tali pagamenti sono perfettamente validi.

Trovano conferma tutta la precedente vigente regolamentazione, compresi:

  • la sanzionabilità dei pagamenti artatamente frazionati,
  • i rischi di accertamento fiscale per versamenti (in generale) anche all’interno del tetto al contante se “ingiustificabili” da un punto di vista reddituale.

Occorre ricordare che i prelevamenti bancari -di per sè- non sono sanzionabili, ancorchè le banche affermino il contrario.

Per quanto sopra ed altro un approfondimento può farsi riferimento a questo post.

POS

Pari se non maggiore dibattito rispetto al tetto del contante l’ha ricevuto la norma di liberazione dall’obbligo di accettazione di pagamenti di importo pari o inferiore a 60 euro che l’acquirente avrebbe voluto effettuare tramite carte di debito o di credito.

La trasformazione in facoltà, anzichè obbligo, di pagamento tramite POS per pagamenti inferiori a  60 euro non è stata apportata.

Conseguentemente sarà applicabile anche nell’anno 2023, l’Art. 15, comma 4-bis del D.L. n. 179/2012, il quale prevede(va) che, con decorrenza dal 30 giugno 2022 nei casi di mancata accettazione di un pagamento, indipendentemente dall’importo, effettuato con carta di debito, carta di credito o carta prepagata, da parte di un professionista o da un esercente attività commerciale, si applica nei confronti di tale soggetto la sanzione amministrativa pari a 30 euro, aumentata del 4 per cento del valore della transazione.

Cambiavalute

Col 1° gennaio 2023 viene modificato anche il limite previsto per le operazioni effettuate dai cambiavalute iscritti nell’apposito registro.

Dal 1° gennaio 2023 si applicherà il limite di base pari a 3.000 euro (Art. 49, comma 3-bis, D.Lgs. 231/2007), in luogo della precedente soglia di 2.000 euro (in vigore fino al 31 dicembre 2022).

Money transfer

Non subirà alcuna modifica, neppure nel nuovo anno, il limite di 999,99 euro all’utilizzo di contanti per il servizio di rimessa di denaro, più comunemente noto come money transfer, autentico buco nero della normativa valutaria ed antiriciclaggio.

Note:

[1] “Fin dai tempi dell’antica Grecia il termine moneta è stato sinonimo di contante: dapprima le monete e poi le banconote hanno infatti rappresentato mezzi di pagamento efficienti e ampiamente accettati nella vita di tutti i giorni.”

[2] “Il contante e gli strumenti digitali rappresentano sistemi di pagamento tra loro complementari: la possibilità di utilizzare entrambe queste modalità garantisce ai consumatori di tutte fasce economiche e sociali un’abbondante scelta e un ampio accesso a mezzi di pagamento facili da utilizzare, assicurando un grado elevato di inclusione e di affidabilità nel campo dei pagamenti.

Anche se concepiti per garantire la massima affidabilità, i pagamenti digitali sono inevitabilmente espositi a rischi di blackout, di attacchi cibernetici e di malfunzionamenti tecnici. L’utilizzo del contante non risente invece di questi rischi. Esso conferisce pertanto resilienza al sistema dei pagamenti: per sua natura, rappresenta infatti uno strumento utilizzabile in condizioni estreme, oltre che una sicura riserva di valore: la nostra indagine SPACE sui pagamenti indica che il 34% dei cittadini dell’area dell’euro detiene contante a fini precauzionali.

Il contante è inoltre utilizzabile da chiunque; al contrario gli strumenti di pagamento digitali potrebbero escludere dal circuito economico i consumatori che non vogliono utilizzarli, ad esempio per ragioni di privacy, o che non sono grado di farlo.
… il contante è usato con regolarità da cittadini di ogni età, livello di istruzione e fascia di reddito. Esso è quindi essenziale per l’inclusione finanziaria delle fasce di cittadini più vulnerabili – ad esempio, quelle prive di un conto bancario o di competenze digitali. Queste indicazioni sottolineano l’importanza di garantire il regolare funzionamento del “ciclo del contante”, assicurando sia un ampio accesso alle banconote sia una ampia accettazione dei pagamenti in contanti nei punti di vendita. L’Eurosistema è pienamente impegnato su questi due fronti”
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[3] “L’euro digitale affiancherebbe il contante, senza sostituirlo: insieme, questi due strumenti garantirebbero un’adeguata disponibilità di strumenti di pagamento di facile utilizzo ed esenti da costi.”

[4] entrata a gamba tesa per la ritenuta eccessività del tetto al contante anche se, diversamente, numerosi paesi dell’Unione (Germania in primis) non hanno alcun limite.

[5] se il legislatore non fosse intervenuto, il limite sarebbe sceso da 2.000 a 1.000 euro.

[6] e di titoli al portatore in euro o in valuta estera, effettuato a qualsiasi titolo tra soggetti diversi, siano esse persone fisiche o giuridiche.

  • IL BLOG DELLA BCE

La moneta nell’era digitale

Post di Fabio Panetta, Membro del Comitato esecutivo della BCE

Francoforte sul Meno, 2 dicembre 2020

Fin dai tempi dell’antica Grecia il termine moneta è stato sinonimo di contante: dapprima le monete e poi le banconote hanno infatti rappresentato mezzi di pagamento efficienti e ampiamente accettati nella vita di tutti i giorni.
La rivoluzione digitale sta però modificando in misura significativa le nostre abitudini di pagamento: per effettuare una transazione è infatti divenuto sempre più comune utilizzare una carta di credito o di debito, uno smartphone o uno smartwatch. Un recente sondaggio sulle abitudini di pagamento dei consumatori nell’area dell’euro condotto dalla Banca centrale europea e dalle banche centrali nazionali – la rilevazione SPACE – indica che oggi quasi la metà degli adulti preferisce pagare con strumenti digitali; questa tendenza sarebbe stata accelerata, nei mesi scorsi, dalla pandemia di coronavirus.
Il contante è ancora lo strumento più utilizzato per le transazioni effettuate di persona, ma la sua incidenza sui pagamenti complessivi è in diminuzione. Per gli acquisti a distanza, le modalità di pagamento più diffuse sono le carte e i pagamenti elettronici. Gli addebiti diretti e i bonifici sono invece gli strumenti più usati per pagare fatture e bollette.
Questi risultati rendono evidente che nessuno dei mezzi di pagamento oggi disponibili soddisfa tutte le esigenze dei consumatori; essi sottolineano inoltre l’importanza di offrire ai consumatori una adeguata scelta tra le diverse modalità di pagamento, senza per questo deluderne l’aspettativa di disporre di mezzi di pagamento rapidi, sicuri, a basso costo e di facile utilizzo.
Il contante e gli strumenti digitali rappresentano sistemi di pagamento tra loro complementari: la possibilità di utilizzare entrambe queste modalità garantisce ai consumatori di tutte fasce economiche e sociali un’abbondante scelta e un ampio accesso a mezzi di pagamento facili da utilizzare, assicurando un grado elevato di inclusione e di affidabilità nel campo dei pagamenti.
La digitalizzazione dei pagamenti riflette quella dell’intera economia, e sta alimentando la diffusione del commercio elettronico e di stili di vita di vita “on-line”; essa risponde alla domanda di immediatezza e di integrazione fra pagamenti e servizi digitali espressa dai consumatori.
Anche se concepiti per garantire la massima affidabilità, i pagamenti digitali sono inevitabilmente espositi a rischi di blackout, di attacchi cibernetici e di malfunzionamenti tecnici. L’utilizzo del contante non risente invece di questi rischi. Esso conferisce pertanto resilienza al sistema dei pagamenti: per sua natura, rappresenta infatti uno strumento utilizzabile in condizioni estreme, oltre che una sicura riserva di valore: la nostra indagine SPACE sui pagamenti indica che il 34% dei cittadini dell’area dell’euro detiene contante a fini precauzionali.
Il contante è inoltre utilizzabile da chiunque; al contrario gli strumenti di pagamento digitali potrebbero escludere dal circuito economico i consumatori che non vogliono utilizzarli, ad esempio per ragioni di privacy, o che non sono grado di farlo.
In base al nostro sondaggio sui pagamenti, il contante è usato con regolarità da cittadini di ogni età, livello di istruzione e fascia di reddito. Esso è quindi essenziale per l’inclusione finanziaria delle fasce di cittadini più vulnerabili – ad esempio, quelle prive di un conto bancario o di competenze digitali. Queste indicazioni sottolineano l’importanza di garantire il regolare funzionamento del “ciclo del contante”, assicurando sia un ampio accesso alle banconote sia una ampia accettazione dei pagamenti in contanti nei punti di vendita. L’Eurosistema è pienamente impegnato su questi due fronti.
A mano a mano che i consumatori e i pagamenti privati si spostano verso strumenti digitali, occorre ripensare la natura e le funzioni del bene pubblico di primaria importanza rappresentato dalla moneta sovrana emessa dallo Stato, al fine di garantirne la disponibilità nell’era digitale. L’Eurosistema ha pertanto avviato un progetto al fine di essere in grado di emettere – qualora necessario – un euro digitale, ossia una banconota sotto forma digitale.
L’euro digitale affiancherebbe il contante, senza sostituirlo: insieme, questi due strumenti garantirebbero un’adeguata disponibilità di strumenti di pagamento di facile utilizzo ed esenti da costi.
Stiamo attualmente lavorando per realizzare un euro digitale pienamente integrabile con i mezzi di pagamento offerti da operatori privati, al fine di stimolare l’offerta di nuove modalità di pagamento utilizzabili dai consumatori ovunque in Europa. In questo progetto, la tutela della privacy rappresenta un obiettivo prioritario, data la sua importanza al fine di preservare la fiducia consumatori nell’euro digitale.
Per comprendere appieno le esigenze e i dubbi degli utenti, invitiamo tutti i cittadini a manifestare le loro opinioni partecipando alla consultazione pubblica in corso sull’euro digitale (disponibile sul sito della BCE).
La digitalizzazione può rivoluzionare il sistema dei pagamenti. Dobbiamo però continuare a garantire a famiglie e imprese un’ampia possibilità di scelta tra le diverse modalità di pagamento. Siamo pienamente impegnati affinché strumenti di pagamento pubblici, sicuri, di facile utilizzo e privi di costi rimangano pienamente disponibili in ogni possibile evenienza futura.

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